sabato 18 luglio 2015

... e la chiamano Genitorialità Pianificata! Ma forse qualcosa si può fare... oltre a guardare!

L'Associazione americana Planned Parenthood - Genitorialità pianificata - è in realtà una delle più potenti associazioni di abortisti, di gente che dell'aborto fa un business. Siamo alle solite: gli abortisti, che in America dormono sonni tranquilli e fanno opera di lobby proprio attraverso associazioni come PP, usano la menzogna per rendersi credibili. Questa la chiamereste pianificazione della genitorialità?Dal momento che l'argomento già di per sé è di quelli che fanno accapponare la pelle s'immagina gente senza scrupoli, che non fa più di tanto attenzione a quello che fa - soppressione di creature umane prima della nascita - e che, al più,  dopo un primo periodo di scrupoli, adesso lo considera un lavoro come un altro.

Guardate invece come la Dottoressa  Deborah Nucatola, direttrice dei servizi sanitari dell'associazione abortista Planned Parenthood America, dichiara candidamente di essere disposta a vendere organi fetali e "pezzi" di esseri umani abortiti. Fra un boccone e l'altro, come se si trattasse della cosa più normale di questo mondo in un video pirata che riprende alcune sequenze di una trattativa. Sembra una cattiva persona? No. Eppure guardate cosa è in grado di fare chi prende la china dell'aborto: prima non lo chiama più così, ma "interruzione volontaria di gravidanza" in modo da anestetizzare la coscienza, poi pubblica sondaggi d'opinione falsi - come abbiamo già visto nel caso Nathanson in America e così è accaduto anche in Italia - poi fa modificare la legge  e ritiene, che tutto sommato, se la legge lo permette, allora vuol dire che si può fare, anche se la cosa, nonostante tutto, ripugna la coscienza, poi se ci fosse ancora qualche remora - vedere alla fine del post - ci si fa filmare mentre ci si lascia praticare un aborto, sorridendo e scherzando, cercando di sdrammatizzare. Come fare a non pensare all'azione del Demonio in persona per arrivare a questo?

Attenzione: si tratta di un filmato di contenuti forti che può urtare la sensibilità degli spettatori.


Forte si, ma bisogna o no fare conoscere a che punto può arrivare la spregiudicatezza di chi si mette sulla strada degli abortisti?

Ecco il link per firmare una petizione per chiedere al Dipartimento Federale di Giustizia americano d'investigare sull'argomento.

Ma, come vi dicevo, in America c'è dell'altro: guardate - o se preferite non guardate - quest'altra abortista - carina no? - che si fa filmare mentre pratica un aborto per sfatare il mito del trauma dell'aborto...


... e noi vogliamo restare a guardare?


lunedì 13 luglio 2015

Oggi è morto mio zio Roberto

Consentitemi un ricordo personale di una persona cara che non lasciava indifferenti. Non voleva che lo chiamassi così, ma solo Roberto. Era profondamente umano e immagino, molto prima di me, aveva imparato a togliere di mezzo le formalità, gli orpelli. Ha avuto una vita piena, di passione per la musica, di affetti, di dolori. Era forse il più grande conoscitore della vita di Alessandro e Domenico Scarlatti, sui quali aveva scritto una biografia, "Scarlatti: Alessandro e Domenico, due vite in una" prima stampata da Mondadori e poi, in inglese, da Pendragon. Era un uomo molto colto, con una biblioteca con diverse migliaia di libri, soprattutto di musica, ma non solo, che leggeva avidamente. Per il resto avido non era affatto, essendo all'opposto la quintessenza della generosità. Amava molto lo stile liberty ed in casa aveva - ha - diverse cose di buon gusto di questa corrente artistica.

foto Petyx

Era - è - il fratello maggiore (e unico) di papà, quello che aveva voluto seguire la sua vena artistica - al contrario di mio padre che ha fatto una brillante carriera bancaria ed ha lasciato lo studio del pianoforte, iniziato insieme al fratello Roberto, appena un anno dopo - fino a rinunciare agli studi universitari, che suonava benissimo il pianoforte e il clavicembalo, che di questo era stato docente al Conservatorio di Palermo - nonché docente di Storia della Musica all'Università di Catania - al punto che lo chiamavano "Maestro". Nel periodo 2002-2004 era stato, fra l'altro, direttore artistico del Teatro Massimo di Palermo, carica che aveva ricevuto nonostante si fosse alienato le simpatie di molti potenti e politici, per il fatto di non avere peli sulla lingua e di non mandarle a dire. Molto più a lungo - dal 1969 al 1995 - era stato direttore artistico dell'Orchestra Sinfonica Siciliana. Soffriva un poco di questo isolamento dal punto di vista culturale, sebbene in ogni caso fosse spesso invitato a convegni che riguardavano gli Scarlatti e unanimemente gli fosse riconosciuta una cultura musicale accessibile solo a pochi. Nel maggio del 2014 ha ricevuto anche il "Premio 16 maggio" riservato a personalità particolarmente benemerite nel mondo della cultura. Eppure a lui sembrava poco e si sentiva isolato. Lo era, acusticamente, perché ci sentiva proprio poco, ma dal punto di vista degli affetti e delle amicizie non direi affatto, dal momento che tutti rimanevano toccati dal suo affetto e dalla sua generosità, oltre che dalla sua intelligenza e dalla sua cultura.
Sono convinto che ci ritroveremo, nonostante avessimo idee molto diverse, lui positivamente laico ed io, a dispetto del cognome, molto religioso ma entrambi instancabili ricercatori del vero e nemici di ogni forma di compromesso con la propria coscienza. Se "alla sera della vita saremo giudicati sull'amore" (s. Giovanni della Croce) credo che possiamo stare tranquilli: Roberto, come voleva essere chiamato - "zio, zio" lo fanno i topi, mi diceva - aveva un cuore grande. Ne scrivo perché è un modo per sentirmelo più vicino. Da piccolo mi chiamava Crudelia Demon, perché, come la famosa strega della "Carica dei 101" sosteneva che, al di là delle apparenze, questa fosse la mia vera natura, dal momento che alla "prova di bontà" che consisteva nel mettere un dito nelle fauci dei nipoti, io ero l'unico che rispondeva alla sfida stringendo... ma stringendo davvero! Arrivederci, Roberto, ieri mi hai fatto mollare la presa.

domenica 5 luglio 2015

Scalfarotto digiuna, ma il Papa parla chiaro: "la rimozione della differenza (fra i sessi) è il problema non la soluzione"!

Poverino, non gli danno il matrimonio gay, e lui, Ivan Scalfarotto, si sente costretto a digiunare, come altri suoi insigni predecessori, profeti di morte, Marco Pannella ed Emma Bonino! Certo, come rappresentante del Governo forse dovrebbe astenersi da manifestazioni di questo tipo, ma transeat...


Loro hanno aperto, attraverso il "sacrificio" personale, la strada al popolo italiano per accedere prima al divorzio e poi all'aborto libero. Le famiglie italiane devono ringraziarli perché è vero che i matrimoni si sfasciano anche subito ed è vero che ogni anno vengono uccisi centinaia di migliaia di bambini nel seno della loro madre, ma così adesso siamo tutti più liberi! Liberi di uccidere impunemente e di mandare a rotoli un matrimonio alla fine del viaggio di nozze. Certo loro queste cose non le dicevano durante i loro poco mistici digiuni (alimentati solo dalla luce dei riflettori, sennò col piffero che digiunavano!), anzi propalavano menzogne sui sondaggi sugli argomenti sui quali si battevano, né più e né meno come il celebre abortista Nathanson, poi convertito assertore dell'assurdità di tale eccidio, ha avuto il coraggio di dire: menzogne su menzogne. Essi erano i liberatori delle donne, dalle mammane e da leggi assurde "oscurantiste e medievali". Pare di sentire recitare la solita nenia ai due profeti di morte che non si sono mai sposati ed hanno promosso attivamente l'aborto proprio e altrui, insieme ad altre battaglie - bisogna dire - ben più meritorie.
Non importa dire alcune menzogne se il fine è quello di liberare la donna. Secondo la morale il fine NON giustifica i mezzi, con buona pace di Machiavelli, ma quando si è in politica lo sappiamo, certi lussi "morali" non ce li possiamo concedere!
A proposito: l'hanno liberata la donna? Credo che i risultati siano sotto gli occhi di tutti: lo sfracello della famiglia, di cui certo, non sono gli unici responsabili perché le cause vanno ben più addietro nel tempo come è descritto nei primi capitoli di questo blog
(http://ragionareconlapropriatesta.blogspot.it/2012/04/capitolo-4-primum-vivere-deinde.html),
tuttavia gli hanno dato una bella mano! Adesso, che uno è molto avanti negli anni e l'altra è ammalata di tumore si avvicina per loro il momento della verità e, francamente, non li invidio. Certo il Padreterno è buono e misericordioso ma è anche giusto e quindi penso che un po' di nodi verranno al pettine al cosiddetto "momento della verità". Se è vero che il diavolo - "separatore", ricordiamo, dal greco - è il principe della menzogna, ebbene loro, che al diavolo non credono, si sono fatti suoi formidabili strumenti. Mah, mio padre che non è praticante ma ha un gran senso della giustizia dice che gli piacerebbe assistere da una buona posizione al Giudizio Universale, per vedere che ne sarà di Berlusconi e di altra gente priva del minimo senso di moralità. Devo dire che lo vorrei anch'io.
Siccome però stiamo parlando ancora di gente viva e quindi con la possibilità di rinsavire in tempo prima del fatidico momento, benché mi sembra davvero molto difficile, non sono autorizzato a disperare. Pure san Paolo perseguitava i cristiani... prima di diventare un grande apostolo. A proposito di questo il digiunatore, quello che abbiamo citato all'inizio, Scalfarotto, pare che davvero voglia fare il novello san Paolo perché nella sua proposta di legge coloro che la pensano diversamente possono anche essere incarcerati se le loro idee vengono ritenute intolleranti verso i diversi (non è fantasia: abbiamo già riferito del padre di famiglia che in Germania è stato incarcerato perché ha voluto sottrarre all'indottrinamento gender uno dei suoi figli). Cosa basta per essere ritenuto intollerante? Un giudice di manica larga, che valuti come intollerante anche chi dice che la famiglia è quella fatta da un uomo e una donna. Della serie: "come passare da vittima ad aguzzino e a questo punto... non avere nessuna pietà".
Come si vede la moralità se ne va a spasso da queste parti, ma "Così è se vi pare"... "Ma non è una cosa seria"!
E allora, visto che non è una cosa seria (benché, ahimè, sono serie le conseguenze alle quali questo signore vorrebbe portarci con questo fare poco coerente) vi dico chi mi ricorda Scalfarotto. Non so a voi, ma a me Scalfarotto, forse per il cognome (sul quale tralascio d'ironizzare, anche se, date le sue scelte, lo si potrebbe fare fin troppo facilmente), forse per quest'atteggiamento non proprio forte e deciso, insomma: mi ricorda il Pulcino Pio. Ricordate il tormentone di qualche anno fa? All'inizio faceva sorridere e incuriosiva, poi ti prendeva alla testa e alla fine non ne potevi proprio più. Eri disposto a tutto pur di non sentirlo. Ecco, per rinfrescarci la memoria, il Pulcino Pio:


Ora mentre il matrimonio omosessuale, con buona pace degli omosessuali, è una contraddizione in termini - figura retorica per dire che è un controsenso, che non sta in piedi - le unioni civili stanno cercando di farle passare come "testa di ponte" per sdoganare il primo. Come se tutti fossimo fessi e ci facessimo "infinocchiare" (è il caso di dire). "Ca nisciuno è fesso" dicono a Napoli e nonostante ci siano mirabili esempi di grandi Paesi che hanno dimostrato di non saper fare funzionare il cervello lasciandosi infinocchiare, noi non molleremo e se passasse la legge Scalfarotto e fossimo minacciati di rimanere liberi, faremo di tutto - ripeto: di tutto - pur di riprenderci la libertà: pure farsi incatenare alla colonna dell'omonima piazza fino a che qualcuno ci ascolti! Ma siamo pazzi? Ci vogliamo svegliare?
Grazie a Dio abbiamo un Papa buono, mite e chiaro, che ci dice nella sua catechesi sulla famiglia del 22 maggio scorso:
"La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l'arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l'uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l'unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti. Vorrei esortare gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l'impegno a favore di una società più libera e più giusta."


Riflessioni da quarantena

me, dopo 54 giorni di "quarantena" In questi giorni di forzata clausura, quando arrivano i momenti difficili in cui ti f...