Sono due parole che tutti vorremmo vedere insieme (sembra di sentire "these are words that go together well..." Michelle, Beatles), per noi. O meglio: non vorremmo proprio pensare che possano essere divise, perché l'amore dovrebbe essere soltanto quello vero! Sappiamo che non è così e, purtroppo, non è per niente scontato che il nostro amore sia quello vero, sia quello che proviamo sia quello che riceviamo. In realtà queste due parole s'incontrano solo in un certo punto, perché sono e si muovono su piani diversi, come due persone si muovono su piani diversi, la luna e il sole si muovono su piani diversi, la notte e il giorno..., la terra e il mare...
Dov'è il punto d'incontro?
Quando tutto sembra bello
e il tuo cuore canta
e ti senti amato
e vorresti stare tutta la vita con chi ti ama
e ti ha fatto scoprire chi sei davvero
questo non è ancora amore
anche se gli assomiglia...
Quando tutto ti sembra oscuro
e non te ne riesce una giusta
e ti sembra di essere schiacciato dalle circostanze
e ti senti solo
ma qualcuno ti chiede:
"come stai?"
o semplicemente ti guarda, ti sta vicino e ti sorride
ti accorgi che il buio è dentro.
La realtà è un'altra.
La realtà è sempre un'altra
o, per lo meno, quasi sempre...
...tranne che quando sai uscire da te stesso,
con l'aiuto di un altro.
Allora
solo allora
i due piani s'intersecano
e voi due potete entrare in relazione
ma perché questa sia vera, profonda, eterna
non basta la volontà
e non bastano le due volontà:
quello è il collante
ma ci vuole la presa d'atto
che le due volontà insieme
sono un qualcosa di diverso rispetto alle singole volontà
e generano qualcosa di diverso
rispetto alla semplice somma delle due
è una cosa diversa
un nuovo soggetto
formato dalle due volontà
che si alimenta delle due volontà
ma è qualcosa di diverso
è qualcosa di sacro
qualcosa di superiore
alla singola propria volontà
alla quale si rinuncia per sempre
per tutto ciò che attiene alla nuova vita
che non è il solo figlio
ma quest'ente nuovo
altro rispetto ai due
che nasce prima ancora che dall'unione fisica
dall'unione spirituale di due persone
e che c'è anche se non ci sono figli
quelli sono una conseguenza di questa
se non si è disposti a questo
se non si è disposti a vivere in questa nuova prospettiva
allora è meglio non mettersi insieme
e andare ciascuno per la propria strada
non si è ancora pronti
non si è ancora maturi
si crescerà ancora
la vita
l'estrema evoluzione continua di tutto ciò che ha vita
crescerà ancora
e si riuscirà a capire finalmente
solo quando ci si donerà
pienamente
incondizionatamente
eternamente
a chi si ama.
Per questo tutto ciò che svicola dall'impegno per sempre, tutto ciò che si limita alla sfera fisico/sentimentale è solo una controfigura dell'amore: un amore "pezzotto" (contraffatto, si veda il capitolo 5 di questo libro: Amor vero, amor pezzotto).
Ci si può accontentare, certo, ma c'è un abisso e si fa un grande torto all'amore... e all'altro.
L'amore richiede impegno altrimenti... è come se stringessimo la mano in un accordo e sorridendo aggiungessimo "senza impegno" o come accade qua a Napoli, quando qualcuno ti ricopre dei peggiori improperi e poi aggiunge: "senza offesa": è uno scherzo, non una cosa seria.
Come se contasse solo la forma e non anche la sostanza.
No: è vero che a un amico si può dire "stronzo" affettuosamente, ma è anche vero che ci sono momenti in cui non si può "pazziare" (scherzare), in cui quello che fai lo fai davvero, seriamente, oppure è meglio che non lo fai.
Sulla mamma degli altri è meglio non scherzare.
Il resto è relativismo sordido e, francamente, repellente.
Dov'è il punto d'incontro?
Quando tutto sembra bello
e il tuo cuore canta
e ti senti amato
e vorresti stare tutta la vita con chi ti ama
e ti ha fatto scoprire chi sei davvero
questo non è ancora amore
anche se gli assomiglia...
Quando tutto ti sembra oscuro
e non te ne riesce una giusta
e ti sembra di essere schiacciato dalle circostanze
e ti senti solo
ma qualcuno ti chiede:
"come stai?"
o semplicemente ti guarda, ti sta vicino e ti sorride
ti accorgi che il buio è dentro.
La realtà è un'altra.
La realtà è sempre un'altra
o, per lo meno, quasi sempre...
...tranne che quando sai uscire da te stesso,
con l'aiuto di un altro.
Allora
solo allora
i due piani s'intersecano
e voi due potete entrare in relazione
ma perché questa sia vera, profonda, eterna
non basta la volontà
e non bastano le due volontà:
quello è il collante
ma ci vuole la presa d'atto
che le due volontà insieme
sono un qualcosa di diverso rispetto alle singole volontà
e generano qualcosa di diverso
rispetto alla semplice somma delle due
è una cosa diversa
un nuovo soggetto
formato dalle due volontà
che si alimenta delle due volontà
ma è qualcosa di diverso
è qualcosa di sacro
qualcosa di superiore
alla singola propria volontà
alla quale si rinuncia per sempre
per tutto ciò che attiene alla nuova vita
che non è il solo figlio
ma quest'ente nuovo
altro rispetto ai due
che nasce prima ancora che dall'unione fisica
dall'unione spirituale di due persone
e che c'è anche se non ci sono figli
quelli sono una conseguenza di questa
se non si è disposti a questo
se non si è disposti a vivere in questa nuova prospettiva
allora è meglio non mettersi insieme
e andare ciascuno per la propria strada
non si è ancora pronti
non si è ancora maturi
si crescerà ancora
la vita
l'estrema evoluzione continua di tutto ciò che ha vita
crescerà ancora
e si riuscirà a capire finalmente
solo quando ci si donerà
pienamente
incondizionatamente
eternamente
a chi si ama.
Per questo tutto ciò che svicola dall'impegno per sempre, tutto ciò che si limita alla sfera fisico/sentimentale è solo una controfigura dell'amore: un amore "pezzotto" (contraffatto, si veda il capitolo 5 di questo libro: Amor vero, amor pezzotto).
Ci si può accontentare, certo, ma c'è un abisso e si fa un grande torto all'amore... e all'altro.
L'amore richiede impegno altrimenti... è come se stringessimo la mano in un accordo e sorridendo aggiungessimo "senza impegno" o come accade qua a Napoli, quando qualcuno ti ricopre dei peggiori improperi e poi aggiunge: "senza offesa": è uno scherzo, non una cosa seria.
Come se contasse solo la forma e non anche la sostanza.
No: è vero che a un amico si può dire "stronzo" affettuosamente, ma è anche vero che ci sono momenti in cui non si può "pazziare" (scherzare), in cui quello che fai lo fai davvero, seriamente, oppure è meglio che non lo fai.
Sulla mamma degli altri è meglio non scherzare.
Il resto è relativismo sordido e, francamente, repellente.
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