giovedì 15 ottobre 2015

Lettera aperta al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi

Gentile (si fa per dire) Presidente,

in questi giorni La si vede alzare i toni perché passi il decreto Cirinnà che di fatto punta a introdurre nello Stato italiano le unioni civili equiparandole al matrimonio. Per una pura questione terminologica - forse il buon senso fin qui ci arriva - si è evitato di chiamarli matrimoni omosessuali, ma la sostanza è quella.

"No, ma che c'entra... il decreto riguarda anche quello ma non solo quello: riguarda tutte le coppie che convivono e che non vogliono contrarre matrimonio." Già appunto e se queste coppie non vogliono assumere doveri, per quale motivo bisognerebbe assegnare loro dei diritti? Va forse favorita una coppia che non vuole impegnarsi? Secondo me, no, indipendentemente dalla tendenza sessuale di chicchessia.

Dicono che Lei sia un cristiano. Si tratta forse di un cristiano "adulto" come si dichiarava Prodi, che a un certo punto così poteva prendere le distanze dalla Chiesa e dalla morale perché era cristiano adulto e in quanto tale rivendicava il diritto di pensare con la sua testa indipendentemente da quello che dice la Chiesa? San Josemaría Escrivá diceva che di questi cristiani "ne abbiamo fin qui" indicando la punta dei capelli.

Sarebbe il caso che si smarcasse verso il pensiero unico "politically correct" e affermasse con chiarezza che questa legge - "che ci porterebbe alla pari con altri paesi occidentali nella salvaguardia dei diritti dei più deboli e discriminati" - sarebbe una vera e propria porcata e andrebbe contro gli interessi dei bambini.

Purtroppo, però, non lo farà, perché sono pochi gli uomini politici che seguono la propria coscienza piuttosto che il belato comune e per i quali il bene comune è al di sopra del valore del voto. Qui mi sa che siamo esattamente all'opposto: è più importante "far vedere" che "fare". La "captatio benevolentiae" piuttosto che fare il bene. È così o non è così, Presidente?

Un giorno la storia dirà quanto fessi saremo stati se ci accorderemo alla morale della convenienza piuttosto che a quello che la natura (e Dio) hanno previsto. Ma adesso siamo irretiti dal ricatto buonista della discriminazione delle persone omosessuali e si ignora è che in primis è a loro che va attribuito il rispetto, non accordando loro quello che non sono capaci, per natura, di fare: una famiglia. Se ad un bambino che vuole guidare un aereo io gli impedisco di prenderne il comando non lo sto discriminando, lo sto proteggendo e sto evitando guai seri anche ad altri.

Si rende conto, Presidente, che per risultare un uomo sensibile alle esigenze delle minoranze, politicamente corretto, lei sta favorendo il calpestio dei diritti dei bambini che hanno diritto ad avere una mamma e un papà? Io credo proprio di si, Presidente, e credo anche che abbia un'occasione formidabile per prendere una decisione importante su una decisione scabrosa. Andreotti diceva che la cosa che pesava di più sulla coscienza era la firma sulla legge del divorzio. Francamente mi auguro che Lei possa riprendersi rispetto all'attuale supporto al decreto Cirinnà. Sarebbe un segnale importante da dare agli altri paesi occidentali, che con l'Inghilterra, gli Stati Uniti e la Francia sembrano aver preso una china morale decisamente brutta.

Con osservanza,    

                                                                  Alessandro Pagano Pagano



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