Se mai vi fosse stato qualcuno convinto della buona fede - aveva persuaso anche me, inizialmente - della senatrice Monica Cirinnà, co-autrice del disegno di legge che porta il suo nome, nell'asserire che questo ddl non portava all'equiparazione delle coppie omosessuali con i coniugi e che il primo non poteva essere mai considerato un matrimonio, legga quanto riferisce all'Unità.
Alla fine dell'intervista - approvata, mentre quella al Corriere in cui si riferiva delle sue critiche ai renziani non lo era - ella risponde alla domanda del giornalista Mario Lavia:
"Anche nel Pd c’è chi dice che la stepchild adoption doveva finire in un altro provvedimento. Alfano chiede lo stralcio. E se finisce così lei che fa, senatrice Cirinnà? E’ stata una precisa scelta politica e culturale, molto forte, di tenere insieme le due cose. Ci sono sentenze europee che hanno condannato l’Italia perché non riconosce la vita familiare delle persone omosessuali, quindi gli si deve riconosce la capacità genitoriale , anche quelle sono famiglie ! E poi non è stata una scelta mia, ma del Pd. (...)"
Immaginiamo che il "riconosce" - pur essendo verosimile - non sia il romanesco di "riconoscere" ma un semplice errore di stampa, ma è solo un dettaglio. La cosa più importante è che, forse sentendo di giocare in casa, al microfono del giornalista dell'Unità di oggi la senatrice proclama evidentemente ciò che pensa: la stepchild adoption ci "deve" essere, in quanto fortemente voluta proprio per "riconoscere la vita familiare delle persone omosessuali e la loro capacità genitoriale" contrariamente all'Italia, condannata da sentenze europee perché non lo fa.
Ora, a parte la contraddizione in termini della "capacità genitoriale" riferita ad una coppia omosessuale che non può ovviamente generare ed essere, quindi, genitore proprio di nulla, finalmente la Cirinnà dice apertis verbis, cosa che fino ad adesso, forse con l'intento di tranquillizzare i cattolici, non era mai venuto fuori, che non si deve stralciare la stepchild adoption perché questa serve a dare agli omosessuali la capacità di adottare e così diventare genitori, ovviamente attraverso le innaturali pratiche - questo la senatrice non lo dice, ma è scontato - dell'inseminazione artificiale o dell'utero in affitto.
Le rosee scenette tirate fuori in fase di campagna pro-gay negli ultimi giorni in cui vi sono tanti bambini carini che sono "figli" di genitori gay e non li riusciresti a riconoscere da quelli normali - vedi video delle Iene - quindi non le possiamo far concludere con "...e tutti vissero felici e contenti" perché ahimè si vede con chiarezza "di che lacrime grondi e di che sangue" tutta questa storia, Cirinnà inclusa.
Peccato, mi stava simpatica.
www.unita.tv
Alla fine dell'intervista - approvata, mentre quella al Corriere in cui si riferiva delle sue critiche ai renziani non lo era - ella risponde alla domanda del giornalista Mario Lavia:
"Anche nel Pd c’è chi dice che la stepchild adoption doveva finire in un altro provvedimento. Alfano chiede lo stralcio. E se finisce così lei che fa, senatrice Cirinnà? E’ stata una precisa scelta politica e culturale, molto forte, di tenere insieme le due cose. Ci sono sentenze europee che hanno condannato l’Italia perché non riconosce la vita familiare delle persone omosessuali, quindi gli si deve riconosce la capacità genitoriale , anche quelle sono famiglie ! E poi non è stata una scelta mia, ma del Pd. (...)"
Immaginiamo che il "riconosce" - pur essendo verosimile - non sia il romanesco di "riconoscere" ma un semplice errore di stampa, ma è solo un dettaglio. La cosa più importante è che, forse sentendo di giocare in casa, al microfono del giornalista dell'Unità di oggi la senatrice proclama evidentemente ciò che pensa: la stepchild adoption ci "deve" essere, in quanto fortemente voluta proprio per "riconoscere la vita familiare delle persone omosessuali e la loro capacità genitoriale" contrariamente all'Italia, condannata da sentenze europee perché non lo fa.
Ora, a parte la contraddizione in termini della "capacità genitoriale" riferita ad una coppia omosessuale che non può ovviamente generare ed essere, quindi, genitore proprio di nulla, finalmente la Cirinnà dice apertis verbis, cosa che fino ad adesso, forse con l'intento di tranquillizzare i cattolici, non era mai venuto fuori, che non si deve stralciare la stepchild adoption perché questa serve a dare agli omosessuali la capacità di adottare e così diventare genitori, ovviamente attraverso le innaturali pratiche - questo la senatrice non lo dice, ma è scontato - dell'inseminazione artificiale o dell'utero in affitto.
Le rosee scenette tirate fuori in fase di campagna pro-gay negli ultimi giorni in cui vi sono tanti bambini carini che sono "figli" di genitori gay e non li riusciresti a riconoscere da quelli normali - vedi video delle Iene - quindi non le possiamo far concludere con "...e tutti vissero felici e contenti" perché ahimè si vede con chiarezza "di che lacrime grondi e di che sangue" tutta questa storia, Cirinnà inclusa.
Peccato, mi stava simpatica.
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