mercoledì 25 aprile 2012

Capitolo 1 - Come farsi un’idea obiettiva di un determinato argomento


Capitolo 1
Come farsi un’idea obiettiva di un determinato argomento


Ragionare con la Propria Testa è diverso dal solo Ragionare ed è diverso dal Pensare con la propria testa. Per ragionare è necessario mettere in relazione diversi elementi e arrivare a conclusioni che prima non erano evidenti, al punto che per arrivarci è stato necessario un ragionamento. È qualcosa di più che pensare con la propria testa perché richiede un’iniziativa, mentre il pensiero di per sé può essere un riflesso e non un’attività autonoma. Pensare, riflettere, è solo il primo passo del processo di ragionare: è come un fotogramma rispetto ad un film, anche se il pensiero di un autore può essere composto da molti fotogrammi. Il Ragionare, però, l’attività di indurre una verità da una o più altre è un’attività dinamica, di penetrazione in profondità.
Per Ragionare con la Propria Testa attorno ad un determinato argomento occorre prima
à riunire tutti gli elementi necessari per una valutazione ß.
Solo quando questo lavoro è stato completato si può essere sicuri di potersi formare un giudizio equilibrato.
Naturalmente fra i vari elementi
àoccorre tener conto delle diverse opinioni sull’argomentoß
In questa fase del lavoro può succedere – ed è tutt’altro che un caso - che si modifichi la propria
à idea preconcetta ß.
L’accezione comunemente negativa del termine mi costringe a intrattenermi brevemente sull’argomento. Molto spesso, per non dire quasi sempre, possiamo già avere un’idea sull’argomento che stiamo per affrontare già prima di averlo approfondito.

Può succedere che a partire dagli elementi a propria disposizione non si possa esprimere un giudizio. In tal caso è segno che bisogna studiare, ricercare, in modo da acquisire nuovi elementi e se questo non è possibile, bisogna avere la semplicità o, se si preferisce, l’onestà intellettuale di riconoscere:
à“Non ho gli elementi per formulare un giudizio su questo argomento”ß
lungi dal sembrare una sconfitta o dal dare l’impressione di non essere all’altezza, un simile modo di fare nasconde la grandezza di chi è consapevole dei propri limiti e della necessità di avere le idee chiare su un determinato argomento prima di esprimere il proprio giudizio (potremmo definirlo un atteggiamento cartesiano, come vedremo più avanti). Siamo agli antipodi di quanto accade nelle trasmissioni/scontro di moda oggi – i cosiddetti talk-show – in cui prevale la logica della contrapposizione, che fa spettacolo, rispetto a quella mira alla ricerca della verità. Vi è – direi – l’ideologico presupposto che non esista una verità e che le tesi che di volta in volta si contrappongono sono in sé vere in parte e in parte contraddittorie, per cui è “logico” che le parti siano in aperto contrasto e siccome la lite, lo scontro fa spettacolo, si cerca di evidenziare i punti di disaccordo piuttosto che quelli armonici, il che è comunque una forma di manipolazione della realtà dei fatti.
Altre volte succederà che il nostro giudizio andrà cambiando via via… man mano che approfondiamo l’argomento. Non c’è niente di male – lo dico per me che prima consideravo un’onta quella di cambiare idea, tanto più se durante una contesa verbale… e forse può servire per qualcun altro – anzi… al contrario:
à è così bello poter cambiare idea! ß
È un’occasione di crescita, di scoprire che si è limitati (di per sé questo può essere fastidioso, ma non finisce qui), ma parte di un tutto molto più grande di noi e della nostra testa (già c’è qualcuno – a Napoli le chiamiamo con ineffabile capacità descrittiva “cape gloriose”- che si urta solo a dover leggere queste parole: pazienza!) e che la vita ha ancora molto da insegnarci. Indro Montanelli – citando James Russell Lowell, poeta e saggista statunitense del XIX secolo  rispondeva a chi gli faceva notare i suoi trascorsi fascisti: “Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione”.


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