Mi dispiace, ma io non sto con Charlie Hebdo, semmai sono con i familiari delle vittime. Con il giornale che fa della satira uno strumento d'insolenza e, di fatto, d'intolleranza e di divisione, no. Ritengo invece il direttore del giornale e i giornalisti/vignettisti infamanti corresponsabili di questo assassinio e perseguibili penalmente.
Manca la vera liberté perchè c'è l'insolenza del potere: io non sono libero di professare la mia fede perchè vengo insolentito. Se va bene mi si dà del cretino (come si faccia a dare del cretino a Papa Ratzinger lo sanno solo loro e ovviamente si rendono ridicoli a loro volta: questo è ragionare con la propria testa? Non credo), sennò si scende agli insulti a Dio e ai suoi rappresentanti. Certo, la religione è sempre stata perseguitata, ma, per favore, non mi si parli di libertà. Scendiamo in piazza per difendere la libertà d'espressione? Ma stiamo scherzando? Cosa c'entra con la libertà d'espressione il cattivo gusto - fanno ridere le vignette con le varie sodomizzazioni? o sono segno di una scelta di campo? Secondo me fanno ridere solo gente un po' malata - con cui si oltraggia la religione altrui, in mancanza evidente, oltretutto, di equilibrio personale? Le vignette di Charlie Hebdo trasudano odio - fraternité? - e sono intolleranti nei confronti della religione, islamica e cristiana, e così violente da essere un'incitazione alla violenza. Questa come tale rimane ingiustificata, ma anche la prima (quella della satira blasfema) lo è. E lo è dapprima. Per favore chiamiamo le cose con il loro nome e non ci limitiamo a fare sfilate per le strade di Parigi strizzando l'occhio alle telecamere. Questa non è libertà, ma una scimmiottatura della vera libertà, che invece si conquista con lo sforzo, non criticando e oltraggiando dei morti di fame - per gli islamici sappiamo che nella stragrande maggioranza è così: égalité? - da dietro un pc o con una matita ritenendo magari di appartenere ad una élite intellettuale.
E così alla premiazione Golden Globes 2015 Clooney viene applaudito da tutti per l'identificazione con Charlie, ma siamo in superficie, al di là dei meriti umanitari che il bravo attore ha dimostrato fino ad oggi. Siamo in superficie e in superficie non troviamo le nostre radici.
Proposta: se io fossi il direttore di Charlie Hebdo chiuderei il giornale e mi consegnerei alla giustizia. Questo si che sarebbe serio. La Francia forse finalmente potrebbe cominciare a riflettere e questo sangue non rischierebbe più di rimanere inutile. Darla vinta alla violenza? No, riconoscimento dei propri errori e, finalmente, assunzione di responsabilità. Ma gente seria, matura e responsabile in giro ce n'è poca e non credo che lo faranno. Peccato!
Invito ciascuno a esprimersi su questo argomento: è in gioco la libertà, quella vera, che in Francia oggi viene confusa con il libertinismo.
Manca la vera liberté perchè c'è l'insolenza del potere: io non sono libero di professare la mia fede perchè vengo insolentito. Se va bene mi si dà del cretino (come si faccia a dare del cretino a Papa Ratzinger lo sanno solo loro e ovviamente si rendono ridicoli a loro volta: questo è ragionare con la propria testa? Non credo), sennò si scende agli insulti a Dio e ai suoi rappresentanti. Certo, la religione è sempre stata perseguitata, ma, per favore, non mi si parli di libertà. Scendiamo in piazza per difendere la libertà d'espressione? Ma stiamo scherzando? Cosa c'entra con la libertà d'espressione il cattivo gusto - fanno ridere le vignette con le varie sodomizzazioni? o sono segno di una scelta di campo? Secondo me fanno ridere solo gente un po' malata - con cui si oltraggia la religione altrui, in mancanza evidente, oltretutto, di equilibrio personale? Le vignette di Charlie Hebdo trasudano odio - fraternité? - e sono intolleranti nei confronti della religione, islamica e cristiana, e così violente da essere un'incitazione alla violenza. Questa come tale rimane ingiustificata, ma anche la prima (quella della satira blasfema) lo è. E lo è dapprima. Per favore chiamiamo le cose con il loro nome e non ci limitiamo a fare sfilate per le strade di Parigi strizzando l'occhio alle telecamere. Questa non è libertà, ma una scimmiottatura della vera libertà, che invece si conquista con lo sforzo, non criticando e oltraggiando dei morti di fame - per gli islamici sappiamo che nella stragrande maggioranza è così: égalité? - da dietro un pc o con una matita ritenendo magari di appartenere ad una élite intellettuale.
E così alla premiazione Golden Globes 2015 Clooney viene applaudito da tutti per l'identificazione con Charlie, ma siamo in superficie, al di là dei meriti umanitari che il bravo attore ha dimostrato fino ad oggi. Siamo in superficie e in superficie non troviamo le nostre radici.
Proposta: se io fossi il direttore di Charlie Hebdo chiuderei il giornale e mi consegnerei alla giustizia. Questo si che sarebbe serio. La Francia forse finalmente potrebbe cominciare a riflettere e questo sangue non rischierebbe più di rimanere inutile. Darla vinta alla violenza? No, riconoscimento dei propri errori e, finalmente, assunzione di responsabilità. Ma gente seria, matura e responsabile in giro ce n'è poca e non credo che lo faranno. Peccato!
Invito ciascuno a esprimersi su questo argomento: è in gioco la libertà, quella vera, che in Francia oggi viene confusa con il libertinismo.
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